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Commedia teatrale in due atti ...e legieras
tachas de lenga occitana
in collaborazione
con Espaci Occitan (Dronero) e Fondazione CRT
scritte e diretto
da Giose Fornillo
con: Cece Demaria, Flavio Catte,
Serena Collet, Eleonora Civalleri, Giose Fornillo, Atimoda Monge, Nadia Giraudo,
Lucia Reto
Rappresentato nel luglio 2010 a: Sampeyre (Cn), Luserna S. Giovanni (To)
e alMuseo Sòn de
Lenga Dronero (Cn) |
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Un
apocalisse, inverosimile ma sempre possibile, in cui l’onnipotenza maschile è
esaltata al limite dell’esasperazione. Quante mogli per un uomo? Una, due, tre…
e perché no, anche un amante! Assunzioni di responsabilità? Di più,
riconoscere la paternità di tre, quattro, cinque figli anche di madri diverse!
Anche la legge è fatta per tutelare i maschi, se ciò serve a salvare l’umanità!
Un
senso di paternità che spesso è assente, e quando arriva è improvvisato,
esagerato o sproporzionato rispetto a quello naturale, quasi genetico che è
invece il senso di maternità. Così l’eroismo, che è di casa nei maschi, si
fa avanti se si tratta di scongiurare un’apocalisse o di salvare l’umanità.
Eccoci pronti, di fronte ad un mondo abitato da tantissime donne e con pochi
maschi a rischio di estinzione, ad affrontare coraggiosamente (…e con
megalomania!) il pericolo, la morte o ancora peggio la morte celebrale che può
ridurci a esseri vegetali. Un maschio la cui presenza e alquanto insignificante!
Dal confronto sleale con l’altro sesso dove il maschio, nel torto e contro
ogni ragione finisce sempre per imporre la sua forza fisica, al metodo di “esasperare
i conflitti” per affrontarli e risolverli. Potrebbe essere questo un buon
inizio per ricominciare l’esistenza umana dopo essersi immolati per
scongiurare la catastrofe planetaria (per assenza di maschi dediti alla
riproduzione !). E se Hitchcock angosciava le relazioni tra umani con un mondo
invaso da uccelli, perché non pesare ad un mondo invaso (…e angosciato!) da
donne? Le immaginiamo così in una moltitudine, fastidiose e invadenti,
prese da crisi di isteria collettiva pronte a importunare anche ultimo maschio
rimasto. A capo di tutte, una sola donna, la madre di tutte le madre (la
nostra!) che le ha generate e le rigenera all’infinito. <
…
e per lei tutto si può e tutto si deve!
Archivio:
Nadia Giraudo
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